FOGGIA – Si dichiara estraneo ai fatti Elio Sannicandro, indagato per corruzione nell’inchiesta della procura di Bari su presunte tangenti versate per aggiudicarsi appalti legati al dissesto idrogeologico nelle province di Bari e Foggia. “Sono tutte congetture. Ci sono una serie di questioni che ritengo di poter chiarire e lo farò” dice il direttore dell’Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio, che è stato interdetto dai pubblici uffici. Al suo posto il governatore Emiliano ha nominato Salvatore Refolo.
Nelle intercettazioni si sente Antonio Di Carlo, imprenditore di Lucera, lamentarsi di aver pagato 60mila euro per tre gare, e alla fine di averne vinta solo una.
Di Carlo è finito in carcere, sua figlia e un funzionario del Coni che avrebbe fatto da mediatore sono invece ai domiciliari. “Le intercettazioni? Le persone possono mitizzare” risponde Sannicandro. “Ma sui fatti credo di poter dare delle spiegazioni e chiarirò agli inquirenti di essere estraneo. Chiederò la sospensione del provvedimento” aggiunge l’ingegnere che era commissario per il contrasto al dissesto e che nel suo sito si descrive con una abilità: quella di rendere semplici le cose complicate.
Secondo la procura di Bari, però, sarebbe al centro di una rete corruttiva molto solida. Le tangenti intascate venivano chiamate caramelle, polizze, documenti. Undici in tutto le misure cautelari, 23 gli indagati nell’inchiesta che gli investigatori hanno definito “un quadro inquietante di mercificazione della funzione pubblica”.
Lo riporta rainews.it.