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DOLORE Nonna e nipote autistica abbracciate nella morte

Le hanno trovate abbracciate l'una all'altra nel rifugio di casa nel kibbutz di Nir Oz

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AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
19 Ottobre 2023
Cronaca //

Le hanno trovate abbracciate l’una all’altra nel rifugio di casa nel kibbutz di Nir Oz, lungo il confine con Gaza, preso d’assalto da Hamas lo scorso 7 ottobre.

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Sono state uccise così nonna Carmela Dann (80 anni) e sua nipote Noya Dann, 12 anni, grande fan di Harry Potter, affetta da autismo.

L’identificazione dei due corpi, avvenuta a 13 giorni dal massacro, ha suscitato in Israele una forte ondata di commozione e dolore, ma anche di profonda rabbia. Fino ad ora si credeva che fossero tra i 203 ostaggi che l’esercito ritiene siano stati presi da Hamas e trascinati nella Striscia. Il pensiero che entrambe fossero non si sa dove e in condizioni di cattività è stato una preoccupazione terribile nel dramma nazionale del caso degli ostaggi. Anche perché Noya – e basta vedere le sue fotografie nel web per comprendere ciò che prova Israele – in qualche modo era diventata una delle facce più riconosciute tra gli ostaggi di Hamas grazie anche ad un post condiviso da J.K.

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Rowling in cui la scrittrice inglese, autrice di Harry Potter, aveva preso a cuore il suo caso. In una foto si poteva vedere la piccola Noya tenere tra le mani il libro del maghetto. “Per ovvie ragioni questa foto mi ha colpito”, aveva scritto Rowling, aggiungendo che il rapimento dei bambini “è spregevole e del tutto ingiustificabile”. Poi aveva espresso l’auspicio che tutti gli ostaggi fossero liberati.

Nei giorni scorsi la voce di Noya è stata più volte diffusa dai media israeliani dopo che la madre, Galit, ha condiviso gli ultimi messaggini vocali che le aveva inviato la figlia. “Mamma – la si sente dire – un grande botto alla porta mi ha messo paura. Tutti i vetri delle finestre sono andati in frantumi perché c’è stato un altro botto… mamma ho paura”. “Il fatto che sia autistica – aveva commentato Galit – non vuol dire che non capisca. Comprende tutto”.

“Mia madre Carmela e Noya – ha raccontata alla tv la zia Hadas Calderon – non si sono mai separate fin da quando lei era bambina. Non riesco nemmeno ad essere in lutto per loro”, ha aggiunto la donna, quasi incredula davanti alla definitiva identificazione dei corpi. Anche perché due dei suoi figli, Sahar di 16 anni e Erez di 12, sono ostaggi di Hamas a Gaza insieme al padre Ofer. Una tragedia nella tragedia. La notte precedente l’attacco, la grande famiglia, originaria del kibbutz Kissufim, si era tutta riunita per la cena dello shabbat.

Sapendo quanto Noya fosse attaccata a Carmela, Galit aveva poi deciso che la figlia come regalo avrebbe passato la notte insieme alla nonna nella casa nel vicino kibbutz di Nir Oz.

Quando è cominciato l’attacco di Hamas, entrambe le famiglie, già nei rifugi, hanno cominciato a scambiarsi messaggini e foto su whatsapp nella speranza che tutto finisse presto. A mezzogiorno del giorno dopo ogni comunicazione si è interrotta.

“Siamo devastati nell’annunciare che ieri – ha scritto sul suo profilo X il governo israeliano – sono stati scoperti i corpi di Noya e di sua nonna Carmela. Grazie a tutti voi che avete condiviso la sua storia per aiutarci a riportarla a casa.
I nostri cuori sono spezzati”.

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Che genere di mondo stiamo preparando per i nostri pronipoti? What sort of world can we prepare for our great grandchildren? (da "Human Rights, Rationality, and Sentimentality", in Truth and Progress: Philosophical Papers, Volume 3, 1998).

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