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Loredana Cipriani: “Salvini si è appropriato di tutti i temi cari alla destra”

AUTORE:
Paola Lucino
PUBBLICATO IL:
13 Giugno 2018
Foggia // Politica //

Foggia, 13 giugno 2018. “La gente non è andata a votare perché presa da altri problemi di carattere economico, o per scetticismo, tanto non cambia nulla, avrà pensato”. San Paolo Civitate, 5mila abitanti nell’Alto Tavoliere, è un comune commissariato dalla Corte dei Conti nel 2015, con le tasse al massimo e la vittoria della civica di Francesco Marino con oltre il 70%. Erano due le liste presentate. “Il Pd si è diviso in due tronconi sostenendo sindaci diversi, quella che ha vinto pensava di prendere due consiglieri comunali, invece credo che ne avrà uno soltanto, non un grande successo, si dice che la sezione verrà commissariata”.
Il calo di affluenza, rispetto alle precedenti amministrative, è stato il più evidente fra tutti i comuni al voto di questa tornata, 9 punti in meno.
A S. Paolo la politica, nel senso di sezioni di partito, riferimenti, iniziative, latita, con il dissesto e il commissariamento è sfumata anche la partecipazione, si ricomincia da Marino.
Cipriani non è stata solo il primo, e unico, vicesindaco donna in paese dal 2000 a al 2005, viene da una militanza nel Msi, in Alleanza nazionale, attualmente è un’iscritta di Fratelli d’Italia che però non segue- in quanto a riunioni, incontri, congressi- con la costanza dei dirigenti di Foggia e provincia.
Hai lasciato la politica?
Assolutamente no, è un’esperienza accantonata negli ultimi anni, una vita più dedita alla famiglia. I nuovi eletti a S. Paolo sono molto giovani, il sindaco poco più che cinquantenne, la gente vuol vedere il nuovo, e ora aspettiamo prima di giudicare.
Hai trovato piena consonanza con Fdi?
Devo dire che alle riunioni partecipo poco, dal coordinatore Lasalandra al consigliere di Foggia Mainiero li apprezzo molto, si danno da fare, ma stare dietro a tutta la provincia è difficile.
Non vi sentite coinvolti?
Mi è salita la rabbia quando ho visto Salvini andare a Lesina a mangiare le anguille, mentre Giorgia Meloni si muove solo su Roma. Ma, a parte lei, qui non abbiamo mai visto un parlamentare o un eletto di Fdi, non s’è mai visto nemmeno qualche parlamentare pugliese. Io vengo da An, allora sembrava di avere un partito alle spalle.
Cosa non ti convince?
C’è un dato: dei temi cari alla destra, dall’immigrazione alla famiglia, si è appropriato Salvini, noi questi temi ce li siamo lasciati sfuggire di mano. La questione dell’approdo della nave ha trovato molto consenso, ed è stata una mossa efficace del ministro dell’interno. Io vorrei che prendessimo un tema – per esempio il sud, di cui tutti parlano, anzi, dicono che ‘se ne parla poco’- e ne facessimo una battaglia nostra, una raccolta firme, vorrei più vitalità.
Che idea hai di questa alleanza Lega- M5s al governo?
Non credo ci fossero molte alternative, non condivido la posizione di chiusura di Fi ma preferisco quella, più dialogante, di Giorgia Meloni-
Rino Lamarucciola viene da An come te, a Pietra Montecorvino ha scelto di ricandidarsi.
Ha perso, e anche di molto rispetto a Giallella, ritengo che non si dovesse candidare, aveva già fatto due volte il sindaco, la gente vuole sperimentare il nuovo. Aggiungo che detesto, fra l’altro, l’idea delle quote rosa nelle liste elettorali perché non si tratta di preferenze personali, si falsa di molto il risultato. Mi pare una forma di discriminazione al contrario, io i voti sono andati a prenderli casa per casa.
Con gli ex dirigenti e amministratori di An sei rimasta in contatto?
Una classe dirigente che è scomparsa.
L’onorevole Paolo Agostinacchio non ha perso grinta e contatti con la politica, e ha scoperto facebook.
Ma lui è un’istituzione.
Sono dispersi..
Sono rimasta in contatto solo con Giandiego Gatta, vicepresidente della Regione. Quella classe dirigente non ha saputo rinnovarsi, qualche volta ha lavorato solo per se stessa.
Come mai il M5s da voi non ha presentato le liste a Sam Paolo? Possiamo spiegare cosa succede nei piccoli centri del sud?
Da noi sono un po’ esclusivi i grillini, hanno cominciato a dire che non avrebbero appoggiato nessuno, che non si candidavano con nessuno, sono un po’ spocchiosi, devono crescere e lavorare. Credevano di essere gli eredi dei 1300 voti ottenuti alle politiche, primo partito col 43%, ma così non è stato. Nel voto per le comunali valgono le conoscenze, la famiglia, il radicamento. Ora si dovranno misurare con quello che sapranno fare, non con il voto di opinione.
A cura di Paola Lucino,
Foggia 13 giugno 2018

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