Manfredonia, 06 giugno 2018. Rapina nel pomeriggio a Manfredonia nell’ufficio postale centrale di Via Torre Santa Maria, traversa di Via delle Antiche Mura.
Da raccolta dati, un uomo è entrato nell’ufficio postale e, una volta allo sportello, ha prima finto di effettuare un versamento e in seguito ha estratto un taglierino con il quale ha minacciato un dipendente. L’uomo si è fatto consegnare una somma pari a 1.500 euro ed è in seguito fuggito.
Indagini in corso dei Carabinieri del locale Comando Compagnia. Possibile acquisizione dei filmati dell’impianto di videosorveglianza presente.
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Buonasera/buongiorno.
Una modalità “quasi serena” per come raccontata…Per la somma richiesta, sembra sia un gesto “per necessità”; non si fà,
ma…se il sitema di diritto avesse funzionato, ci sarebbe stato un tale gesto?Non si ruba e non si minaccia (non si spaventa),
ma se la motivazione è una necessità primaria, il dipendente si “rifaccia” sul sistema, che mette la gente in tale condizione…
Come nei furti di rame “…non vale la candela…”…Che sia fatta la Sua volontà…Maggiori controlli per scoraggiare tali “false risoluzioni”…almeno ogni quarto d’ora (dieci minuti)…un passaggio all’ora, più o meno, per ogni corpo.
Grazie per l’attenzione…ricordando la fede, i diritti, il buon senso, il partire dalle reali esigenze della persona e della famiglia…
una casa e stipendio-pensione essenziale possibile per tutti…
Quanta violenza a Manfredonia…che succede? Hanno il prurito alle mani
Questo Donato Pio è arrivato al punto di giustificare un ladro che ha messo un coltello al collo di una persona.
Motivazione? Necessità?
Ma do cosa cavolo stai parlando?
Fosse stato un tuo caro ad essere minacciato con un coltello al collo probabilmente certe stronz…non le diresti.
Vergognati.
Gesto ignobile da condannare senza se e senza ma. Punto.
@Domenico Pio… scusa non ho “afferreto” … potresti ripetere e spiegare meglio, magari in stampatello, perché in corsivo non si capisce… Ma che caspita volevi dire ?!?
Caro Domenico pio… Cosa vuole dire il “dipendente si rifaccia”…lei non ha la più pallida idea di ciò che rischia un dipendendo tutti giorni… Non parliamo giusto per far prendere aria alla bocca…. Poi uno per necessità va a lavorare … Ne parliamo quando prenderanno il tizio che secondo me più che necessità ha il vizio di fare rapine…
Buonasera/buongiorno.
Dopo vari giorni, finalmente il mio computer permette di visualizzare questa pagina “di commenti” anticipatami “da bordo strada”. Prima di tutto attenti al diritto al nome…poi, avrei tantissimo da rispondere, tanto che comunicavo alla redazione il permesso di dare il mio indirizzo e-mail, in quanto mi è stato detto che avevano risposto ad un mio commento (risposte inaspettate, in quanto tale spazio è dedicato-finalizzato ai commenti degl”articoli proposti e non sono spazi comunicativi privati o personali, o di dialogo tra utenti…comunque il sistema permette…), ma come già scritto, il mio sistema informatico non ha permesso la visualizzazione di tale pagina per vari giorni…oggi mi è stato permesso l’accesso, e ho preso atto di tali “risposte”, che francamente mi sembrano delle frasi scritte frettolosamente e in modo abbastanza superficiale. Gentilmente, dopo il diritto al nome, abbiate rispetto del diritto di libertà di pensiero e di comunicazione, soprattutto quando non comprendete uno scritto, non avete ben chiaro “il dove si scrive”, il perchè è stato scritto, e quali siano le sue finalità comunicative, rientranti in uno spazio limitato e del quale non si è gestori. Poi abbiate rispetto delle realtà espresse, il diritto alla verità (con qualche parola, quanti di quanti reati si può essere accusati), in quanto non avete capito secondo il vostro modo d’interpretare uno scritto, che ha il suo significato nella lingua madre, cioè l’italiano. Comunque…Vorrei chiarire, che, ancora ripetendo, utilizzando uno spazio finalizzato ai commenti di articoli giornalistici, non solo mi sono estremamente limitato a cercare di ampliare, nel mio possibile, il messaggio di un comunicato stampa (un articolo), che a me sembrava troppo limitato all’azione non descritta (per vari motivi, certamente) molto nel dettagio, in un luogo e in un momento in cui mi sarei dovuto trovare (il giorno precedente, data la folla, stavo rinunciando all’operazione da svolgere, per tornare il pomeriggio seguente…se non avessi scambiato qualche battuta con qualcuno più anziano), e soprattutto, nelle cui vicinanze mi sono trovato. Per ciò che concerne “l’atto”posto in essere, avevo scritto qualche frase in materia di reati e giuridica, ma dato che era un commento, e soprattutto, data la consuetudine di tali spazi (l’attenzione ristretta…), ho preferito omettere tali frasi, con le quali spiegavo la comprensione dei presunti reati posti in essere ( io non ho visto le registrazioni, e non avendo alcuna prova, e senza comunicazioni particolari, non posso dire o scrivere la certezza di un atto del quale non ne sò nulla…e se fosse stato spinto a tale gesto anche in modo materiale? E se non fosse stato cosciente? E se da uno scherzo la situazione si è rivoltata in una realtà? Ci sono tante altre domande da doversi porre…che gl’addetti al settore conoscono meglio di me), avrei voluto chiarire “la gravità” personale dell’atto subito, indipendentemente dalla consapevolezza del soggetto che ha posto in essere materialmente tale atto; ne evidenzio l’attenzione da dare maggiormente a chi ha subito tale atto; con il termine “rifarsi” volevo “significare” le azioni da dover porre in essere affinchè tali situazioni non riaccadono, soprattutto per il dipendente che le ha subite(nel vostro non capire, mi avete attribuito significati che non sono miei…), e non si può che partire dai sistemi che non sono in grado di svolgere le funzioni richieste (e anche su queste realtà c’è tanto da scrivere…in Italia, come in altre nazioni, inventarono i parlamenti, trasmette la storia passata e la storia presente), che aumentano il senso d’insopportabilità dei cittadini, che aumentano le reazioni (che a volte sono delle reali risoluzioni personali di tali problemi…si capisce di quanto siamo indietro?); anche sulle reazioni c’è tantissimo da discutere e chiarire (hanno inventato-scoperto gli studi psicologici, spirituali, giuridici…sociologici…non solo le università, ma anche informazioni tramite internet). Si capisce, penso, che tale spazio realmente non è il luogo opportuno per intraprendere una discussione almeno essenziale e completa. Comunque…in conclusione, volevo che si capisse, che ponendo in essere un tale gesto per una somma di € 1000,00-€1500,00, probabilmente la situazione economica di tale soggetto doveva essere abbastanza “insopportabile” per le necessità primarie di un uomo…e soprattutto, per come è stato spiegato tale evento, senza troppo “scompiglio” , senza una descrizione della reazione del dipendente (per come è stato scritto l’articolo, sembra che all’interno non se ne siano quasi accorti), è sembrato realmente “un gesto di disperazione economica…o di dispetto” (senza sminuire la gravità dell’atto subito dalla persona, e la condanna di tali atti).
In aggiunta…tanto per rendere l’idea…conosco il rumore degli spari, i cofani delle auto in cammino, il peso di qualche auto…la pericolosità degl’animali per strada…il calcio di una cavallina (la forma sulla magia: il ferro di cavallo)…conosco una pistola uscita in una piazza…conosco l’effetto delle bombe di capodanno sui balconi…conosco i vetri fatti trovare vicino agli sportelli…conosco l’essere scassinato l’auto…conosco, a mia contrarietà, abbastanza atti per poter permettermi di scrivere un’opinione…ma sembra che voi non conosciate o non abbiate dimostrato di conoscere l’educazione e la legalità…V’invito ancora una volta a “frenare” la lingua e a rispettare la mia persona (anche perchè non mi sono permesso di rispondere con parole simili…vogliamo scrivere riguardo alla violenza verbale o scritturistica?. Tutta la solidarietà personale a chi ha subito l’atto, consapevole che è abbastanza difficile superare tali traumi; e per ciò che concerne l’ente, avrei voluto chiarire, che a mio parere non sarebbe opportuno drammatizzare tanto la perdita di tale somma di danaro in proporzione alle somme gestite, ma appunto sarebbe molto opportuno drammatizzare l’atto subito per non subirlo in altre circostanze (quando qualcuno vi parla o solo vi accena qualche suo problema, almeno, indicategli l’istituzione opportuna e per la materia economica, quali banche-caritas-servizi sociali, e per la materia umana, quali chiese-gruppi comunitari-comunità…il sentirsi soli porta a gesti molto estremi, che si potrebbero evitare…pensando sempre che ogniuno ha le sue problematiche…). Per chi volesse dei chiarimenti maggiori sulla mia opinione, mi può scrivere al momento a questo indirizzo e-mail: e-mail2014@alice.it (redazione permettendo), in quanto penso di aver dovuto impiegare già molto spazio, per un discorso neanche accennato.
Ricordando la fede, i diritti, il partire dalle reali necessità dell’individuo e della famiglia; una casa e uno stipendio possibile per tutti permetterebbe una maggiore vivibilità a tutti…
ricordando di essere stato “costretto a rispondere” in modo diretto ad altri commenti (non è stata mia prassi, e ripeto, penso ci siano altre vie di dialogo,);
ringrazio per l’attenzione e la considerazione;
non ringrazio per la situazione creatami, attendendo delle scuse.
Ringrazio per avermi permesso di utilizzare tale spazio.
P.S. Ci potrebbero essere degl’errori “non consci” di ortografia che possono sembrare grammaticali…