Quanto è bizzarra, certe volte, la storia, soprattutto quella della politica. Nei 48 anni di vita della Regione Puglia, la Capitanata non è mai riuscita ad esprimere il presidente della giunta regionale. Però, per ben due volte, questa terra ha mandato i suoi figli a guidare il Governo nazionale. Entrambi provenienti da quel meraviglioso lembo di Puglia che sono i Monti Dauni. Successe per la prima volta, nella primavera del 1914, con Antonio Salandra, professore e giurista di Troia, che fu anche presidente del Consiglio provinciale.
La storia si ripete oggi con Giuseppe Conte, anche lui professore, anche lui giurista, chiamato a guidare il governo giallo verde composto dall’inedita maggioranza Cinquestelle-Lega.
Conte è nato a Volturara Appula, e dunque, come Salandra, proviene da quell’Italia minore, ricca di genio e di talento creativo, che una volta era la spina dorsale del Paese, e che oggi arranca.
Lo sviluppo si è trasferito nelle città. I piccoli comuni perdono ossigeno e risorse umane. E lo spettro dello spopolamento incombe sui Monti Dauni e in generale sulle aree interne, con particolare virulenza.
L’esempio più lampante e drammatico giunge proprio dal paesino che ha dato i natali al neo premier, Giuseppe Conte.
Volturara Appula era una volta sede vescovile. Nel 1861 contava quasi tremila abitanti che si sono ridotti oggi a 400. La scuola è stata chiusa. Ed i genitori dei bambini in età scolare sono costretti ad accompagnare giornalmente i loro figli a San Bartolomeo in Galdo. L’augurio è che il bambino prodigio partito un po’ d’anni fa da Volturara per studiare a Roma, affronti seriamente, assieme al suo governo, il problema delle disuguaglianze, che non sono più soltanto economiche e sociali, ma stanno diventando anche geografiche.
E che con lui la sorte sia più benigna di quanto non si stata con il suo predecessore dauno.
Antonio Salandra è passato alla storia come il primo ministro che trascinò l’Italia nella drammatica avventura della Grande Guerra. Inizialmente schierato con quanti propendevano per la neutralità dell’Italia, fu spinto dal Ministro Sonnino a muovere guerra all’impero austro-ungarico. Salandra scommetteva in una rapida soluzione del conflitto, ma le cose presero tutt’altra piega.
La prima guerra mondiale costò all’Italia un milione e 200.000 morti e lasciò un impressionante debito pubblico: 193 miliardi e 395 milioni di euro, rapportati ai valori monetari di oggi.
Spariamo invece che Conti passi alla storia come il premier che inverte i divari e le diseguaglianze di tutti i tipi che gravano sul rilancio dell’Italia, nella pace, nella democrazia e nella prosperità. E, giacché ci siamo, speriamo che la ritrovata centralità politica della provincia di Foggia possa essere un buon viatico affinché la prossima consiliatura porti finalmente un dauno alla guida della Regione Puglia.
A cura di Geppe Inserra,
fonte letteremeridiane.blogspot.com
Buongiorno.
Leggere un tale articolo “sui monti Dauni”, e sulla centralità nazionale rivestita, sembra “un sogno realizzato” almeno nella sua parte iniziale. Testimonianza della serietà e competenza, oltre che esperienza, che per vari anni ha dovuto tacere o sottostare a chi, nonostante tutto, fù scielto in quel determinato periodo storico. Penso che se si accoglie integralmente “tale spiritualità”, tale azione gestionale, realmente ci potrà essere un cambiamento radicale, che non poteve che trovare radice in un “accordo” politico di “territori” che non hanno potuto porre in essere “tutto se stessi”, e per tanto, erroneamente, indicati come sede di differenti sistemi, che in realtà richiedono un’autentica giustizia sociale ed umana, fondata sull’uguaglianza, in particolare sostanziale, che ha trovato sede nel suo principio, nella carta costituzionale. Certamente, il territorio pugliese avrebbe ancora altro da “donare”, se in grado di fare “un’ulteriore passo in avanti” in un sistema di libertà personale radicato nella verità. La verità della famiglia e la conseguente libertà della famiglia, in grado di essere di se stessa e di tutti. Un territorio, in verità, centrale per la storia di questi tempi; e non solo per la storia nazionale; ma che deve ancora trovare la sua complementarietà d’azione, nel coraggio della verità di alcuni suoi esponenti, frutto della vita di una società ormai consapevole ma non del tutto. E se un debito è arrivato dai territori esteri, non può che essere il debito del mancato coraggio del portare una verità razionale ormai trovata e vissuta, ma portata con le modalità non opportune. La storia ha glorificato personaggi che nonostante le loro realtà, hanno portato il messaggio della lotta non violenta, per così dire, del “porgi l’altra guancia”, perchè siamo uomini, creature, tutti soggetti alle stesse debolezze…E poi…Beati gl’operatori di pace…Forza e coraggio, che dai monti dauni, da Gargano, c’è una forza che và oltre la ragione e la morte…Evviva la Puglia, evviva ogni terra che accolga un reale cambiamento per il bene…
Grazie per l’attenzione e la considerazione.
Ricordo la fede, i diritti, il buon senso, il partire dalle reali esigenze della famiglia e dei suoi membri (la loro unità, la loro individualità)…la preghiera.
Casa e stipendio-pensione essenziale possibile per tutti (e se vengono da un “buon lavoro”, che non sia meglio).
Ancora grazie.