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Cerignola, rapinatore di Lavello arrestato anche per evasione

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
1 Giugno 2018
Cronaca //

Cerignola. In seguito al rintraccio, nella mattinata di ieri, di Luciano Strafile, cl. ’78, arrestato unitamente ai Carabinieri della Compagnia di Venosa in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Potenza per rapina aggravata in concorso, lo stesso Strafile è stato arrestato in flagranza di reato anche per il reato di evasione dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cerignola, con il prezioso supporto dei “Cacciatori di Sardegna” che avevano circondato lo stabile togliendogli così ogni possibile via di fuga.
Strafile risulta condannato innumerevoli volte per una serie di rapine, perpetrate quasi esclusivamente ai danni di istituti bancari. E infatti, durante un breve permesso premio che il Giudice gli aveva accordato dopo tanti anni di reclusione, lo Strafile non ci aveva comunque pensato due volte: avendo bisogno di denaro, insieme ad un nipote aveva deciso di tornare a colpire a Lavello (PZ), dove già aveva commesso una rapina in banca nel gennaio del 2007, riuscendo ad impossessarsi di circa 6.800 euro, per ripetere l’impresa.
Questa volta, però, in tempi ristrettissimi, dopo l’arresto in flagranza del nipote operato nell’immediatezza dai Carabinieri di Venosa, la stretta collaborazione con i Carabinieri di Cerignola ha portato alla tempestiva identificazione di Strafile Luciano che, fuggito, non si era neanche più presentato al carcere di Foggia allo scadere del permesso. Da qui l’arresto in flagranza per evasione operato dagli uomini dell’Arma di Cerignola contestualmente all’esecuzione della misura cautelare.
Durante il blitz è stato inoltre arrestato un altro nipote di Strafile, Francesco Pio Strafile, cl. ’95, che, portato in caserma per accertamenti, ha dato in escandescenza aggredendo i militari. Il ragazzo, infatti, che aveva ostacolato l’ingresso dei Carabinieri all’interno dello stabile dove abusivamente viveva e dove lo zio aveva trovato rifugio, per tale ragione, oltre che arrestato, è stato anche deferito per procurata inosservanza di pena, atteso che gli immediati accertamenti hanno dimostrato come il giovane fosse assolutamente consapevole dello stato di latitanza dello zio, e che, coscientemente, lo aveva aiutato ad eludere le ricerche dei Carabinieri.

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