A Bari e Putignano, Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria/G.I.C.O. di Bari, a seguito di complesse indagini patrimoniali, hanno confiscato il patrimonio del pluripregiudicato Marco Pesce, come disposto dal Tribunale di Bari – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari.
Le Fiamme Gialle, attraverso mirate indagini economico-patrimoniali hanno dapprima dimostrato la pericolosità sociale del soggetto, evidenziando poi la sproporzione tra i beni nella sua disponibilità e la capacità economica del suo nucleo familiare.
Nel dettaglio sono stati confiscati beni per un valore complessivo di 1 5 . 0 7 8 . 2 6 9 euro.
L’attività operativa quotidianamente svolta dal Corpo nello specifico settore evidenzia che la criminalità organizzata investe prevalentemente nei settori economici orientati verso la piccola dimensione, l’alta intensità di manodopera e l’alto coinvolgimento di risorse pubbliche, ambiti che non richiedono particolari abilità professionali o di innovazione tecnologica e dove il rischio d’impresa è moderato. L’azienda mafiosa, infatti, è spesso piccola (con un capitale medio di poche decine di migliaia di euro), una S.r.l., proprio come la Nicolas di Pesce, più agile da creare e da gestire, dietro cui l’identità criminale resta meglio nascosta. Vi entrano parenti e amici con ruoli di prestanome, si fa ampio ricorso a partecipazioni societarie, nel tipico schema delle “scatole cinesi”. Poco patrimonializzata, non ha bisogno di essere competitiva rispetto alle imprese legali del medesimo settore, gode di ampia liquidità e basso indebitamento bancario.
Le aziende criminali esercitano pressioni sui fornitori e sui lavoratori, in genere sottopagati, utilizzano materie prime o servizi di basso costo e qualità scadente, sono colluse con apparati amministrativi corrotti, falsificano i documenti contabili e societari, evadono il fisco, scoraggiano la concorrenza, alterando le normali regole di mercato e “drogando” il sistema economico in cui si inseriscono.
Altro aspetto fondamentale dell’aggressione ai patrimoni illeciti è rappresentato dalla destinazione dei beni confiscati a usi sociali e di pubblica utilità, creando lavoro e occupazione e riaffermando con forza, anche simbolica, il valore etico e civico derivante dalla riappropriazione da parte delle comunità di ciò che le è stato sottratto con la violenza. Presso le Prefetture sono stati da poco istituiti i nuclei di supporto all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), con la funzione di raccordo sia per quanto riguarda l’amministrazione dei beni sequestrati o confiscati sul territorio sia rispetto al monitoraggio sui loro modi di impiego; il bene sottratto alle mafie viene pertanto valorizzato nella legalità e ne viene significativamente favorito l’uso per finalità sociali, completando così il ciclo virtuoso che inizia con l’attività repressiva e cautelare dell’Autorità Giudiziaria e delle Forze di Polizia.