Stavolta sembra che ci siamo. E’ stata necessaria la minaccia di sanzioni comunitarie a danno del Comune di Lesina, della Provincia di Foggia e della Regione Puglia perché quest’ultima a febbraio disponesse lo stanziamento di 560mila euro per la rimozione di ciò che resta della carcassa dell’Eden V la nave che nel 1988 s’incagliò sull’arenile di Lesina. ‘Eden V’ è l’ultimo dei tanti nomi assunti da un cargo di tremila tonnellate fabbricato in Giappone nel 1968 e dalla storia desolante: faceva la spola tra porti del Mediterraneo trasportando clandestinamente armi e rifiuti pericolosi. Quando naufragò sul litorale di Lesina la nave era salpata da Beirut o da Tripoli, doveva aveva scaricato legname, e da lì era diretta a Ploce, un porto croato. Al momento del naufragio batteva bandiera maltese, ma poi risultò che i documenti erano falsi.
Il comandante, un libanese, si dileguò subito dopo essere stato interrogato…
La nave trasportava fusti contenenti materiale radioattivo. Ventitré di quei barili, per un totale di due tonnellate di materiale, ancora nel 2009, erano sparpagliati sulla spiaggia nel raggio di tre chilometri (si ritiene che il ben più consistente resto di quel carico sia stato liberato in mare dall’equipaggio). Non reclamata da nessuno, la Eden V rimase lì. Che fare? Il danno ambientale era enorme. Ci furono alcuni tentativi di rimozione promossi da privati; nessuno di essi andò a buon fine. Servivano risorse e mezzi imponenti per smantellare quella che in breve tempo era diventata una carcassa. Cominciò il rimpallo delle competenze.
FONTE www.ondaradio.info