Foggia. Sono trascorsi trenta anni dal 22 maggio 1988, ma il ricordo di Giorgio Almirante è tutt’ora vivo e presente in noi, che abbiamo avuto l’onore di seguirlo nel Movimento Sociale Italiano.
Da giovane militante ascoltai i suoi entusiasmanti discorsi, che suscitavano volontà ed impegno, insomma azione per cambiare un sistema, che ci appariva superato e per molti versi ingiusto. Lunga sarebbe la serie degli eventi, che caratterizzarono la vita e l’operato del MSI, guidato da Almirante, da Segretario, Parlamentare ed Uomo di fede. In un suo mirabile intervento congressuale, parlando del necessario collegamento tra la gente e le istituzioni, paragonò il sistema vigente ad una piramide rovesciata, nella quale il punto di contatto con il popolo era minimo, mentre Egli proponeva la piramide vera con una base, estremamente ampia, il popolo, che ha il diritto ed il dovere di partecipare alla vita del Paese.
Con lui ci impegnammo, unitamente ai tanti Grandi della destra politica italiana, da Romualdi a Rauti per citarne alcuni, e senza dimenticare l’insegnamento di De
Marsanich, nella divulgazione di programmi ed idee alternative al sistema vigente, senza mai indulgere al turpiloquio, alla diffamazione ed alla violenza, qualche
volta subita nel nome di un antifascismo strumentale, che appariva alibi, non soltanto ai nostri occhi, di intenti di conservazione da parte di forze a noi antagoniste.
Noti sono gli interventi in un Parlamento, particolarmente attento, nel quale si confrontavano i Grandi della politica italiana. La figura di Almirante oggi giganteggia per il Suo insegnamento, per la coerenza, per non avere mai tradito gli impegni assunti con gli italiani.
Ricorderò sempre quel maggio 1988, quando mi recai nel Salone De Marsanich della Direzione Nazionale, dove era stata allestita la camera ardente per Almirante e per
Romualdi, accomunati anche nella morte come in vita. Nell’inchinarmi, rendo onore a Lui ed a tutti Coloro, che nel nome degli ideali a noi trasmessi, si sacrificarono per un futuro migliore.
Paolo Agostinacchio
Questi sono insegnamenti e non quelli di chi cambia le carte in tavolo