Bari. Il Consiglio regionale a maggioranza ha respinto due proposte di legge. La prima, a firma del gruppo consiliare del M5S, riguardava l’istituzione di una commissione di studio e di inchiesta sulle Fondazioni culturali pugliesi e sulla Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli. Al voto non hanno preso parte i gruppi di centro destra.
La seconda proposta di legge, a firma Mino Borraccino (Noi a Sinistra/LEU), conteneva norme per una corretta attuazione in Puglia della legge 194 del 1978. Dopo un lungo e ampio dibattito, la legge non ha superato il vaglio dell’aula.
Quest’oggi, durante la seduta del Consiglio Regionale pugliese, è stata
presentata la proposta di legge “Norme in materia di concreta attuazione in
Puglia della legge n. 194/78”, bocciata immediatamente dai consiglieri PD e
del centrodestra, con l’astensione dei cinque stelle.
“In Puglia ci sono appena 23 ginecologi non obiettori negli ospedali
pubblici disposti a praticare l’interruzione volontaria di gravidanza,
tant’è che il 90% dei medici ginecologi sono obiettori di coscienza. Se si
prendono in considerazione i dati territoriali, la situazione risulta molto
più allarmante: nella provincia di Brindisi è presente un solo medico non
obiettore, nella provincia di Foggia ne sono presenti quattro, di cui due
in via di pensionamento. A ciò si aggiunge il numero di consultori
pubblici che corrisponde ad appena 147 in tutta la Regione.” Dichiara Sara
Acquaviva, coordinatrice della Rete della Conoscenza Puglia, “A 40 anni
esatti dalla legge 194, la legge sull’interruzione volontaria di
gravidanza, fortemente voluta all’interno di un clima teso e con posizioni
molto discordi, ci ritroviamo a constatare l’ennesima violazione del
diritto di aborto e della possibilità di decidere sul proprio corpo.
In una fase in cui la percentuale di gravidanze indesiderate e violenze è
sempre più alta, si rivela più che necessario partire dal ruolo della
conoscenza e dai luoghi della formazione per garantire un’educazione
sessuale che riesca a scardinare i tabú esistenti sulla sessualità per
ottenere una conoscenza di se stessi e degli altri. A ciò è necessario
accompagnare politiche sulla contraccezione che riescano ad evitare
gravidanze indesiderate, garantendo la piena conoscenza e fruizione dei
metodi contraccettivi alla popolazione della nostra regione, partendo da
una maggiore consapevolezza sul loro utilizzo da parte in particolar modo
dei più giovani.
Riteniamo gravissimo quanto accaduto, a fronte degli allarmanti dati
attuali, e rivendichiamo un investimento da parte della Regione che metta
al centro del dibattito il futuro del diritto alla sanità delle donne
pugliesi e più in generale degli studenti e dei giovani residenti in
Puglia, in riferimento alla contraccezione e alla prevenzione delle
gravidanze indesiderate.”
Per info:
Sara Acquaviva
Rete della Conoscenza Puglia