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Regione Puglia disattende la sua Legge Regionale sulla caccia

AUTORE:
F. Giorgio Cislaghi
PUBBLICATO IL:
21 Maggio 2018
Attualità // Editoriali //

Dopo l’approvazione della legge 59/2017, “norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma, per la tutela e la programmazione delle risorse faunistico-ambientali e per il prelievo venatorio”, avevamo espresso un cauto ottimismo. Purtroppo per le inadempienze e i ritardi di Regione Puglia nell’applicare la sua legge dobbiamo ricrederci ed esprimere tutta la nostra preoccupazione per come si profila la gestione della stagione venatoria.
Il ritardo inspiegabile di Regione Puglia nel procedere al commissariamento dei Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, commissariamento che doveva avvenire entro il 31 dicembre ma “slittato” inspiegabilmente al 30 marzo, ha permesso che una serie di atti disposti dall’ATC di Foggia nelle more dei tempi di pubblicazione della legge procedessero anche se non rispondenti al dettato della nuova Legge Regionale.
Ci riferiamo ai piani di ripopolamento con fagiani e lepri approvati dall’ATC di Foggia il 13 dicembre (delibere fatte sette giorni dopo l’approvazione della legge in Consiglio regionale e otto giorni prima della sua pubblicazione sul BURP). In particolare i ripopolamenti, recita la LR all’art. 18 punto 4, “devono avere carattere transitorio per far posto progressivamente a una gestione faunistico-venatoria, basata sul prelievo oculato delle risorse faunistico-naturali, incentivando la produzione della fauna”. Quale strategia è stata messa in atto per evitare il ricorso a ripopolamenti onerosi non è dato che si conosca perchè questo è l’ennesimo ripopolamento fatto sul nostro territorio. Territorio dove i fagiani, specie non autoctona, si incontrano quasi esclusivamente perché liberati per fini venatori.
Territorio dove sono segnalati vari casi di danni alle colture causate da lepri in habitat dove queste non dovrebbero essere presenti come la Piana del Tavoliere.
Che dire, poi, dei soldi (85.000 euro più 18.700 di iva) stanziati per acquistare 500 lepri quando la L.R., all’art. 9 punto 1, recita “le zone di ripopolamento e cattura sono destinate alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale, al suo irradiamento nelle zone circostanti e alla cattura della stessa mediante piani previsti nel programma annuale di intervento …”? Ricordiamo che lo scorso anno l’ATC ha provveduto a liberare lepri, costo attorno ai 200 euro cadauna, anche nelle zone di ripopolamento e cattura. Che fine hanno fatto? Perché, in via prioritaria, non si è provveduto a ripopolare il territorio con fauna proveniente da questi territori? Quali sono i piani previsti nel programma annuale di intervento? Ma, soprattutto, esistono questi piani e dove sono pubblicati?
Riguardo ai ripopolamenti deliberati, ma non ancora effettuati, se questi dovessero procedere come da note di Regione Puglia, vi è da osservare la palese violazione di quanto stabilito dalla L.R. all’art. 18 punto 7 che stabilisce il termine ultimo per effettuarli al 30 aprile dell’anno salvo prevedere una deroga per “piani specifici debitamente motivati”, che non risultano essere mai stati fatti, sino al 30 giugno.
Altra “incongruenza” nell’applicazione della legge è scritta nella “proposta di Piano Faunistico Venatorio Regionale” dove gli uffici regionali che ne hanno curato la stesura prevedono che in regione vi siano solo sei Ambiti Territoriali di Caccia mappati, per lo più, sulla base delle provincie pugliesi con la sola eccezione dell’ATC di Capitanata dove il territorio di Cerignola è accorpato all’ATC Ofantino che grossomodo comprende tutta la BAT. Peccato che la L.R. all’art. 11, “ambiti territoriali di caccia – ATC”, preveda ATC organizzati su base sub provinciale, possibilmente omogenei e delimitati da confini naturali. Per la capitanata si possono immaginare tre ambiti omogenei, sub appennino, Gargano e Tavoliere e un’area in condivisione con la BAT per una gestione omogenea attorno al parco regionale dell’Ofanto.
Le conseguenze di questa incongruenza, per un “combinato disposto” tra territorio degli ATC , cacciatori iscritti all’ATC e numero di permessi per cacciatori provenienti da altri ATC e da fuori regione (art. 11 punto 5), sarà un aumento intollerabile della “pressione venatoria” sulla nostra provincia perché, dati alla mano, è ipotizzabile un arrivo totale di 4200 cacciatori che vuol dire, secondo i dati forniti dal Commissario dell’ATC di Foggia, che arriveranno quasi 3000 cacciatori provenienti da fuori regione contro gli 801 previsti dalla vecchia legge. Aumento della pressione venatoria vuol dire aumento dell’uccisione di fauna selvatica in palese contraddizione con lo spirito della legge regionale e nazionale. Che fine ha fatto l’impegno assunto in Consiglio regionale di verificare che non si abbia un aumento della pressione venatoria? Con quali atti Regione Puglia e ATC hanno dato il via all’iter di rilascio di questo tipo di permessi in assenza dell’adeguamento normativo degli ATC?
Per scongiurare questa minaccia per fauna e ambiente, va ricordato che più cacciatori vuol dire anche più piombo sui nostri territori, Regione Puglia è ancora in tempo perché con il “Calendario Venatorio” e il “Piano Faunistico annuale” può limitare il numero dei cacciatori riportandolo ai limiti dello scorso anno sino a quando non saranno ridisegnati gli ATC nel rispetto della Legge Regionale.
A regione Puglia ricordiamo il dettato dell’Art. 11 punto 7 che impone alla Giunta Regionale di approvare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge il Regolamento di attuazione degli ATC, regolamento che serve anche nel periodo di commissariamento per stabilire i compiti e i limiti d’azione dei commissari nominati.
Altra nota dolente è l’insufficiente trasparenza nella gestione degli ATC da parte dei commissari perché non è rispettato l’obbligo stabilito al punto 9 dell’art. 11 che recita “il Comitato di gestione degli ATC garantisce idonee forme di pubblicità dei provvedimenti approvati, compresi i bilanci, mediante pubblicazione on-line”. Quali atti hanno adottato i Commissari? Con che criteri è stata nominata la commissione per l’aggiudicazione della fornitura di fagiani? Quale atti ha sancito l’aggiudicazione della fornitura? Con quali atti questi sono stati immessi sul territorio? Dove e in quali quantità sono stati immessi? Quali atti sono stati fatti per dar corso al provvedimento autorizzativo per l’acquisto delle lepri? Qual è stato l’esito, provvisorio o definitivo, del bando per l’acquisto delle lepri? L’insufficiente trasparenza fa sorgere molte preoccupazioni nelle associazioni ambientaliste che, a differenza delle associazioni degli agricoltori e di quelle dei cacciatori, non sono mai state convocate dal Commissario per acquisire anche il loro punto di vista su molte questioni come, ed è solo un esempio, il procedimento di rilascio dei permessi per la caccia al cinghiale e sui corsi abilitanti obbligatori di cui non si trova traccia negli atti pubblicati dell’ATC.
Regione Puglia può ancora dimostrare la sua sensibilità ambientale chiudendo la caccia alla starna perché, a causa del “prelievo venatorio”, è una specie quasi estinta sul territorio prevedendo contemporaneamente a elaborare dei piani per la sua reintroduzione a carico degli ATC che, come Foggia, hanno ingenti somme chiuse nei conti correnti. Può dimostrare la sua sensibilità ambientale aderendo al piano per la tutela della Lepre Italica e, richiedendo la collaborazione dell’ISPRA e del Parco Nazionale del Gargano, preparare dei piani per la sua reintroduzione sui territori dei Monti Dauni, dove è segnalata una probabile presenza, e della Capitanata dove una volta viveva. Può dimostrare che la trasparenza amministrativa si applica puntualmente anche al servizio caccia e agli ATC con un impegno a convocare i tavoli provinciali per acquisire il parere delle comunità locali e rendere il proseguimento della rielaborazione della legge il più partecipato possibile per rimediare agli “svarioni” presi che impongono una ridiscussione delle L.R. stessa, dopo i rilievi fatti dagli organi di controllo nazionali, per renderla conforme alla normativa vigente.
Foggia 21 maggio 2018
Giorgio Cislaghi, per il Circolo Che Guevara Foggia

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