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Pedofilia, 18 anni a ex sacerdote del Foggiano

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
21 Maggio 2018
Foggia // Stato prima //

(ANSA) – BARI, 21 MAG – Il Tribunale di Foggia ha condannato alla pena di 18 anni di reclusione e 120mila euro di multa l’ex sacerdote 57enne Giovanni Trotta, imputato per violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori ai danni di 9 minorenni di età compresa, all’epoca dei presunti abusi, fra i 12 e i 13 anni. La Procura di Bari, che ha coordinato le indagini, aveva chiesto la condanna a 21 anni di reclusione. Le motivazioni della sentenza si conosceranno tra 90 giorni.
I fatti contestati risalgono al 2014. Trotta, ridotto allo stato laicale già nel 2012 proprio per ragioni correlate ad abusi su minori, è stato condannato un anno fa con il rito abbreviato alla pena di 8 anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di un altro 11enne ed è tuttora in carcere per entrambe le vicende.

3 commenti su "Pedofilia, 18 anni a ex sacerdote del Foggiano"

  1. Buonasera/buongiorno.
    Le Chiese necessitano di un monitoraggio costante, se pur non sia concorde neanche con la volontà di chi propone tale sistema; ma è inevitabile per non creare alcuna occasione. La Chiesa dovrebbe essere luogo di preghiera e di solidarietà (amor del prossimo), ma già tempo fà, s’invitavano i battezzati ad andare in politica…Pultroppo, per me, c’è troppo sovraccarico lavorativo, nel senso che si chiede più che troppo da un sistema che non solo deve rientrare in schemi giuridici non definibili del tutto per ragione, ma che deve rispondere ad una mole di richieste che crea un carico psico-fisico quasi impossibile da smaltire; e non essendo preparati a tale sovraccarico, erroneamente,si tende
    a cercare di liberarsene nei modi sbagliati (ma probabilmente molto inconsci e ormai intrattenibili, anche per la mancata conoscenza dell’autentica richiesta insita in tale reazione non opportuna), probabilmente anche perchè si è perso il controllo del proprio essere, che assolutamente và bloccato dai sistemi sociali, ma che dovrebbe essere preventivamente bloccato. Il corpo umano, come ci trasmettono le varie discipline ed istituzioni, ha una matematica fisica
    (probabilmente psicofisica), e pertanto, è prevedibile la resistenza possibile. Da tempo, personalmente, suscitavo il dubbio della modalità d’attuazione del sacramento della confessione, che in realtà, rendendolo troppo “umano” porta
    a risultati contrari alla sua finalità, in quanto ci si rende in balia quasi totale di volontà umane (che come è attribuito a S. Paolo: fare la volontà di uomo arreca danno…una volontà non spirituale…). Ci sono tanti limiti da dover rispettare
    (ed oggi il sistema Chiesa mi sembra abbastanza sospeso in aria), e la richiesta spirituale della fede e delle sue testimonianze, penso vada molto oltre tali sistemi, che pure rispondono alla chiamata principale “di vita o morte”, ma tralasciando probabilmente, il complesso esistenziale. Ma và ricordato che la Chiesa si assume molte autentiche responsabilità, in virtù della Fede, che la società non vuole neanche riconoscere, se pur sfrutta tali situazioni.
    Ci sarebbe tantissimo da chiarire e da discutere, e agl’uomini di Fede vissuta, gli si dovrebbe chiedere di esternare possibilmente le proprie autentiche esperienze di fede e di vita, in modo che si torni ad avere un concetto chiaro del chiedersi “cosa sia questa esistenza”. Attendiamo un monitoraggio completo delle chiese (come anche di altre istituzioni);
    diamo la nostra solidarietà possibile invitando ugualmente a riflettere nei momenti “di buio” sul perchè una Volontà Divina possa permettere tutto questo, e pertanto chiedersi cosa “Chiede” alla propria esistenza in conseguenza di ciò.
    Si devono bloccare tutto, e preventivare ogni possibile accaduto per evitarlo; rivedere i sistemi di conferimento del sacerdozio (più litugico di vita vissuta e meno da scrivania…perchè se a fondamento della chiesa istituzionale troviamo
    “l’intellettuale” di San Tommaso, come qualcuno in passato più volte ci ha ricordato a bordo piazza o in montagna, altri scritti ci riocrdano le opere della fede, la vita vissuta), ricordarsi che chiunque s’incontra nel proprio percorso esistenziale è un uomo con tute le sue problematiche (anche S. Pietro, secondo le fonti, ricordava che era un uomo…), e non permettere ad alcuna creatura di poter avere il controllo di se stessi…
    Vicinanza spirituale e psicologica per chi ha subito o subisce…
    probabilmente occorrerebbe l’inoltrarsi di un sistema civile di diritto anche a livello canonico (si dice che la verità stà nel mezzo); e per chi “ha commesso”, che sia messo in condizione di non rifarlo, anche allontanato territorialmente.
    Parola agli esperti e competenti…alla fede…
    Che sia fatta la Sua volontà…
    Ricordo la fede, i diritti, il buon senso, la preghiera, il partire da casa-dalle problematiche della persona…
    casa e stipendio-pensione essenziale possibile per tutti…
    Grazie per l’attenzione…

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