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Piste ciclabili e tratturi della transumanza, un'opportunità per Foggia

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
20 Maggio 2018
Foggia //

Monta il dibattito a Foggia sulle piste ciclabili. Fanno discutere i progetti che potrebbero essere attuati in esecuzione del PUMS (il piano urbano per la mobilità sostenibile). Volentieri ospitiamo questo intervento, come sempre lucido e appassionato, di Franco Antonucci, già ingegnere presso l’Ufficio Tecnico Comunale e per molti anni ingegnere capo al Consorzio Asi, autore di numerose lettere meridiane orientate alla trasformazione e allo sviluppo di Foggia e del suo ruolo di capoluogo.
* * *
Avrei una gran voglia di fare una proposta di territorio semplice semplice e forse anche difficile, o almeno, “difficile” solo a parole. Utilizzando l’ipotesi di “piste ciclabili territoriali” extra-urbane, di particolare ordine e qualità per gli eventuali progetti futuri.
La Capitanata è un grande territorio poliurbano, segnato, come si sa bene, da grandi strutture radiali e anulari, rappresentate dei tratturi storici della Transumanza.
In questa idea primigenia gli antichi sistemi tratturali, quasi scomparsi, possono ritornare a vivere ed essere le prime direttrici radiali “portanti” di un nuovo grande sistema di collegamento soft lento, tra più città della Capitanata, sul quale poter successivamente appoggiare e costruire altre relazioni complesse, per definire un sistema poliurbano intelligente, ancora più complesso e di assoluta originalità rispetto alle altre realtà provinciali.
La Pentapoli è solo l’aspetto banale di un’ipotesi una volta romantica. Questo, invece, è un tentativo praticabile, con un significato attuale, di integrazione diversa, in linea con la filosofia contemporanea della sostenibilità a vari livelli.
Un modo anche per riportare il territorio di Capitanata verso i nuovi scenari di riorganizzazione territoriale, che si stanno affacciando all’orizzonte di nuove trasformazioni globali.
Per ora si pensa solo ad un primo passo, comunque utile nelle condizioni presenti di recupero anche di antiche memorie.
Un sistema organico di piste ciclabili extra-urbane, lungo il sistema territoriale dei grandi tratturi della Transumanza antica. Non piste ciclabili qualsiasi, generiche, ma percorsi di storia ed identità importante, che, per questo, riescono, più di ogni altro espediente, ad incidere profondamente sulla rete del metasistema poliurbano di Capitanata.
Potremmo considerare inizialmente solo alcuni collegamenti urbani binari, cioè a due a due.
Per esempio Foggia-San Severo, ovvero Foggia-Manfredonia, visto che i rispettivi tratturi corrono parallelamente alle strade che collegano le rispettive città.
“Piste ciclabili territoriali” che sono e significano più delle piste ciclabili urbane, soprattutto nel contesto originale e reticolare della Capitanata. “Piste ciclabili leggere”, in aderenza alla caratteristica soft dei tratturi antichi.
È bello ricordare, al proposito, che i tratturi della Transumanza di Capitanata erano anticamente chiamati le “strade dell’erba”, proprio per la naturalità del loro consistenza. Le loro piste ciclabili moderne potrebbero essere percorsi assimilabili a questo delicato concetto.
La realizzazione di piste ciclabili territoriali moderne (“tratturali”) infra-urbane, potranno, nel contempo, contribuire a confrontare tra loro i rispettivi Piani comunali dei tratturi, PP.TT.CC, i quali sono confluiti organicamente nel Piano del Paesaggio regionale pugliese (2015).
Le specificazioni dei rispettivi Piani comunali dei tratturi potranno in questo caso essere tra loro messi in relazione, per creare sinergia di attrezzature interterritoriali compatibili ed integrati in un sistema di livello superiore, nel rispetto delle rispettive identità. In linea con i livelli superiori di “interurbanità” (primi passi di un sistema territoriale policentrico).
L’iniziativa potrebbe diventare un’occasione ulteriore per confrontare i rispettivi Piani urbanistici strutturali delle città collegate (preliminari ai loro PP.UU.GG), con l’intendimento appropriato di un superiore Piano strutturale inter-comune.
Questo sarebbe, ovviamente, un passo ulteriore, e certamente di maggior importanza, per costruire progressivamente l’auspicato sistema organico di territorio. Basato sulla molteplicità delle sue città medie. Non “doppiate”, ma interconnesse in un sistema congruente di scala vasta (avvio della pianificazione di Area vasta di Capitanata).
Utopia? No. Solo un tentativo di avviare un sistema logico di legame territoriale, che oggi ancora non c’è, sulla base di iniziative elementari possibili. Con l’intenzione in progress di interventi ulteriori, con prerogativa libera, flessibile, di ampliamento nel futuro prossimo.
Sempre che questo sia ritenuto un espediente non invasivo, ma compatibile con quello che oggi possediamo e non valorizziamo per quello che vale, e comunque sostenibile in crescita.
Eustacchiofranco Antonucci

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