“L’accordo tra il gruppo Casillo e l’Asp Zaccagnino, nonostante il grande
sforzo di marketing, resta un’operazione orchestrata dai soliti noti, sulla
pelle dei piccoli produttori”. Sono critici i parlamentari del MoVimento 5
Stelle Saverio De Bonis e Giorgio Lovecchio nel commentare un contratto
che, per le dimensioni e le finalità, ha avuto ampia eco sugli organi di
stampa nazionali.
“In Italia – spiegano De Bonis e Lovecchio – il pubblico è stato abituato a
reagire positivamente quando vengono utilizzate parole come “biologico” o
“sociale”, senza poi considerare che sono molte volte degli slogan vuoti
dietro i quali si nasconde poca sostanza. Anche in questo caso si è cercato
di vendere un’operazione meramente commerciale, e peraltro messa in campo
attraverso il patrimonio di un’Azienda pubblica, come virtuosa. Il
comunicato che è stato diramato spiega che l’Asp Zaccagnino ha infatti una
proprietà di terreni estesi complessivamente su 2.206 ettari, ubicati in
sei comuni della provincia di Foggia (San Nicandro Garganico, Lesina,
Poggio Imperiale, Apricena, San Severo e Foggia), dai quali trae la quasi
totalità delle sue rendite. Si guarda bene però dal divulgare i dettagli
dell’accordo. La realtà è che ancora una volta, sotto l’ombrello della
Coldiretti e utilizzando la parola “biologico”, si concede ad un produttore
privilegiato una posizione di vantaggio attraverso un accordo di filiera
che è nei fatti anticoncorrenziale. Questo dimostra come la Coldiretti sia
utile prevalentemente agli amici. Noi, al contrario, speriamo che ci sia
modo nel prossimo futuro di rivedere, con il contributo di tutte le
associazioni di categoria, il futuro delle politiche agricole nazionali,
partendo da presupposti diametralmente opposti, in modo da restituire una
valenza reale alla parola “biologico”. Questo si traduce nel riportare al
centro del dibattito i produttori, compresi coloro che non hanno la forza
di far sentire la loro voce, ed i consumatori interessati a mangiare cibo
privo di contaminanti. Per fare questo strumento essenziale sono le Cun:
peccato che la Commissione nazionale sul grano sia al palo anche per
responsabilità della stessa Coldiretti che troppo spesso predica bene ma
razzola male.”
“L’operazione odierna – termina De Bonis – sarà senz’altro legittima dal
punto di vista legale, ma non ha alcun valore aggiunto per i nostri
agricoltori. E’ anzi un ulteriore sintomo della malattia di cui il settore
del grano è afflitto.”