Una parte del testamento spirituale di Mons. Michele Castoro, letto in occasione delle esequie tenutesi ieri a San Giovanni Rotondo:
“Mai potrò riuscire a dire compiutamente il mio grazie al Signore per la luce della maternità ecclesiale. Tutto ciò che ho fatto nel mio ministero pastorale non è stato altro che un modo per ringraziare Dio di quanto mi ha donato attraverso la Chiesa. Quanta immeritata grazia, quanti doni immeritati sono usciti dalla mano del Signore per me. [...] Mai avrei pensato che quel bambino di Altamura che voleva diventare prete avrebbe poi gioito di tanta eccesialità. Voglio esprimere con sincerità a tutti che sempre mi sono sentito piccolo mentre percepivo di servire il cuore della Chiesa, e che l’ho amata più di me stesso. E quando attraverso di essa Dio mi ha chiamata a diventare Vescovo, ho accettato di prendere il mio bastone di pellegrino e di partire proprio per continuare a dire il mio grazie a Colei che ho sempre sentito madre e maestra. Oggi lo faccio illuminato ed ispirato dal magistero di Papa Francesco, maestro per me di evangelico ardore.
Tornato nella mia terra dopo aver vissuto tanti anni nella città eterne, il Signore mi ha rivelato quanto il volto della Chiesa sia bello sempre e quando esso riluce in quello dei suoi figli più piccoli. La stessa luce che brillava negli occhi dei Sommi Pontefici l’ho ritrovata nello sguardo dei bambini nelle parrocchie che ho visitato, degli ammalati che a San Giovanni Rotondo hanno trovato cura e speranza. Sì, davvero la Chiesa è bella, davvero in essa assaporo già cosa sarà la vita eterna, che chiedo al Signore per me malgrado i miei peccati e le mie mancanze. Continuo il mio cammino in ‘nomine Jesu’ finchè Egli vorrà, pronto a servire i miei fratelli sulla terra, ma anche a far fiorire questo servizio in una lode eterna al cospetto di Dio. Il nome di Gesù mi accompagna e mi custodisce nei giorni del mio pellegrinaggio terreno.
Manfredonia, 2 aprile 2018.”
Un grande arcivescovo Michele Castoro.
In una Chiesa che sta attraversando momenti bui lui dice che ha amato la Chiesa più di se stesso, un messaggio che entra dritto al cuore di tanti che hanno perso la fede e di tanti che desiderano prendere i voti ecclesiastici.
Il suo sorriso e le sue parole hanno contato molto in un mondo senza freni e allo sbaraglio.
Quel suo sorriso da eterno bambino rimarrà sempre impresso nei nostri occhi e ci consolera’ nei momenti tristi della nostra vita.
“Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”. Matteo 23,11-12.
Grazie di cuore Monsignore.
Adesso che è ritornato alla casa del Padre, continui a pregare per Manfredonia, per la Diocesi tutta, per noi e per il mondo intero.