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Pliskin “Fino All’Ultimo Respiro”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
4 Maggio 2018
Spettacoli //

Le canzoni che segnano il ritorno dei Pliskin raccolgono il suono portato in scena durante i concerti in questi anni disincantati. La band sul suo profilo ufficiale Bandcamp dice che «Tutto è partito dai live». Si sono rintanati prima nella cascina milanese del mare culturale urbano a Milano e poi nello studio Manifatture Morselli Recording di Modena con l’ingegnere del suono Claudio Morselli che tra le altre cose è stato il fondatore dello studio “Esagono” di Rubiera dove ha lavorato per i più importanti artisti italiani del panorama rock e non solo, firmando dischi d’oro come “Buon compleanno Elvis” di Ligabue. Al mixer c’è il tecnico Stefano Morselli. Così lontano dal caos della metropoli è iniziato un cammino che gli ha portati ha destrutturare i suoni ogni giorno per ore, ponendo le basi per questo Ep di quattro canzoni. Ne è venuto fuori un diario di sensazioni semplici che arriva dritto al cuore.
I Pliskin prendono il nome ispirandosi al film di John Carpenter e al protagonista di 1997: fuga da New York. La pellicola introdusse un personaggio-icona del cinema, Jena Snake Plissken.
Una storia fatta di passione per la musica che dal 2009 li ha visti incontrare palchi e generi musicali, dal rock degli esordi al post-rock degli ultimi live, fino a creare un timbro sonoro inconfondibile. Alla voce e alla chitarra c’è il manfredoniano Pierpaolo Lauriola. Attivo nel panorama musicale nazionale da molto tempo e con alle spalle due dischi da solista, Polvere. (scritto con il punto finale) e L’Ego, che ha avuto un ottimo riscontro distinguendosi nel mare della musica italiana. Al basso c’è Roberto Colombo e alla batteria Luca Giuffrida.
La tracklist del nuovo Ep è un crescendo di emozioni. In Fino all’ultimo respiro i Pliskin sembrano dire «È troppo tardi ormai per avere paura – questo è la frase pronunciata dalla protagonista della pellicola del film diretto da Jean-Luc Godard, considerato il film manifesto della Nouvelle Vague. Questa canzone vuole essere anche una forma di incitamento a vivere ogni istante con grande coraggio, fino all’ultimo respiro appunto». Un uomo solo di fronte al suo specchio interiore. Quell’uomo palesato in copertina? Quella copertina che è stata realizzata dal fotografo Giuseppe Biancofiore. Il riflesso che gli restituisce la sua schiena e un volto senza sguardo. Un riflesso che è più netto del reale e quell’immagine che scompare, completamente inghiottita: «Non vi è nulla dietro lo specchio, ma dentro», come direbbe Bacon di fronte ad un suo quadro. Il secondo brano si intitola In varietate concordia. Locuzione latina che significa letteralmente nella varietà c’è concordia. Inoltre è il motto dell’Unione europea e viene tradotto in italiano “Unita nella diversità”». Ci auguriamo che sia di buon auspicio per questa nostra Euoropa. Il resto è voce grintosa, basso panciuto, riff di chitarra Rock e batteria incalzante e tanta grinta. La terza traccia si intitola Nell’amore folle.
Qui i protagonisti si inseguono, si trovano e si perdono poichè in questa storia l’amore folle che lega i due ragazzi e che Sébastien manifesta per il teatro forse rimarrà per sempre inappagato. Sullo sfondo, un film di Jacques Rivette. Durante la preparazione di uno spettacolo tratto dall’Andromaca di Racine con cui la vita matrimoniale dell’attrice Claire e del regista Sébastien va in pezzi. Una storia che è fatta di tanti granelli sfuggenti. Come può essere la passione e l’amore. Il finale dell’Ep è affidato alla splendida Scatti da una Polaroid. La storia è quella di una ragazza che trova una vecchia macchina Polaroid ancora funzionante e comincia ad utilizzarla in modo molto originale ed all’apparenza incomprensibile. Sembrano siano state tante le donne fotografe che hanno ispirato questa canzone.
Da Gerda Taro a Vivian Maier la canzone ci farà venire voglia di cominciare anche a noi di stampare, conservare e appendere i nostri ricordi per non tenerli solo nelle memorie di smartphone, computer e cloud. La voce di Pierpaolo esplode nel finale. La sua chitarra è tagliente, il basso e la batteria sono un tappeto sonoro da colonna sonora a quella voce che esplode come un uragano.
La musica dei Pliskin nuota in un mare di poesia e genuinità. Sono parole e note autentiche che come delle perle sono state recuperate da quel golfo chiamato musica italiana.
Sito web:
https://pliskin.bandcamp.com/

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